© ETH Zürich / Nicola Pitaro

La tecnologia che aiuta a muoversi

Alzarsi dal divano, salire le scale, tagliare il pane o avvitare una lampadina: per molte persone con disabilità, queste azioni di tutti i giorni rappresentano dei veri e propri ostacoli. Le tecnologie assistive offrono un supporto nella gestione di queste sfide quotidiane. E c’è anche chi partecipa a competizioni, come nel caso del «Cybathlon», l’originale campionato lanciato dal Politecnico federale di Zurigo.

Il Cybathlon è una competizione in cui le persone con disabilità si sfidano nello svolgimento delle attività quotidiane utilizzando i più moderni ausili tecnici. Contrariamente a quanto avviene per esempio nelle Paraolimpiadi, nel Cybathlon i partecipanti sono supportati dagli ultimi sviluppi della robotica. Il fattore decisivo è una buona interazione tra la tecnologia e chi la utilizza. Le persone con disabilità dovrebbero sempre avere il controllo degli strumenti tecnologici di cui si avvalgono, ed è per questo che le donne e gli uomini che partecipano al Cybathlon vengono chiamati «piloti».

© ETH Zürich / Alessandro Della Bella

L’idea del Cybathlon è nata dalla constatazione che, se è vero che milioni di persone con disabilità ricorrono a sistemi tecnici di assistenza nella loro vita quotidiana, è altrettanto vero che spesso queste tecnologie non sono pratiche, e di conseguenza non vengono utilizzate. Per trovare soluzioni adatte all’uso quotidiano che soddisfino davvero le esigenze degli utenti, il Cybathlon promuove la ricerca e lo sviluppo in questo settore con uno stretto scambio tra gli sviluppatori delle tecnologie e le persone coinvolte.

Il Cybathlon è stato ideato da Robert Riener, professore di Sistemi sensori-motori presso il Politecnico federale di Zurigo (PFZ), che afferma:

«Con il Cybathlon miriamo ad attirare l’attenzione sulle sfide che le persone con disabilità fisiche affrontano ogni giorno. In questo modo, sensibilizzando il grande pubblico, vogliamo contribuire all’inclusione».

© ETH Zürich / Alessandro Della Bella
© ETH Zürich / Alessandro Della Bella

Da Cleveland a Tokyo

Dopo il successo della prima mondiale nel 2016 in Svizzera, il Cybathlon arriva quest’anno alla seconda edizione. A causa della pandemia di COVID-19 è stato tuttavia progettato un nuovo formato globale: nell’edizione di quest’anno, che si svolgerà il 13 e il 14 novembre, i piloti e i loro team di sviluppatori non gareggeranno insieme a Zurigo, ma allestiranno l’infrastruttura per la competizione direttamente nei loro Paesi d’origine. Le gare saranno filmate sotto la supervisione dei responsabili del Cybathlon e verranno trasmesse in diretta da Zurigo su una nuova piattaforma web con un programma live su www.cybathlon.com. E ce ne saranno moltissime: da Cleveland a Parigi, Göteborg, Mosca, Hong Kong e Tokyo, oltre 50 squadre provenienti da 30 località si sfideranno per dimostrare i risultati ottenuti insieme negli ultimi anni.

Al traguardo con sedie a rotelle motorizzate e comandi inviati con il pensiero

Ciascun team è composto da un pilota disabile e da uno sviluppatore di prodotti tecnologici, che può essere una scuola universitaria oppure un’impresa. Circa il 70% dei team ha un background universitario, mentre il 30% proviene dall’industria. Ogni team gareggia in una delle sei discipline previste. Il tempo svolge solo un ruolo secondario: l’importante è eseguire i compiti in modo sicuro e corretto.

  • Nella gara virtuale dedicata all’invio di comandi con il pensiero, i piloti paralizzati dal collo in giù usano le interfacce cervello-computer (BCI, che sta per Brain-Computer Interface) per guidare un’automobile in un videogioco appositamente sviluppato. La tecnologia mira a consentire in futuro alle persone con mobilità ridotta di controllare attraverso il pensiero dispositivi come computer o sedie a rotelle.
Pilota: Sebastian Reul del team Athena-Minerva (Grecia). © ETH Zürich / Nicola Pitaro
Pilota: Sebastian Reul del team Athena-Minerva (Grecia). © ETH Zürich / Nicola Pitaro

 

  • Nella disciplina delle corse ciclistiche con elettrostimolazione muscolare, i paraplegici pedalano su una bicicletta reclinata. A questo scopo, sulla pelle vengono fissati o impiantati degli elettrodi attraverso i quali gli impulsi elettrici vengono condotti ai muscoli e innescano così un movimento di pedalata.
Pilota: Julien Jouffroy del team bernese IRPT/SPZ della Berner Fachhoschule. Il team si è piazzato al terzo posto nella corsa FES (Functional Electrical Stimulation) nella precedente edizione e partecipa al Cybathlon 2020 con il nuovo nome «BfH CybaTrike» ma con lo stesso pilota. © ETH Zürich / Alessandro Della Bella
Pilota: Julien Jouffroy del team bernese IRPT/SPZ della Berner Fachhoschule. Il team si è piazzato al terzo posto nella corsa FES (Functional Electrical Stimulation) nella precedente edizione e partecipa al Cybathlon 2020 con il nuovo nome «BfH CybaTrike» ma con lo stesso pilota. © ETH Zürich / Alessandro Della Bella

 

  • Il percorso di destrezza con protesi per le braccia richiede abilità come motricità fine, varietà di presa e senso del tatto, per esempio quando si taglia il pane o si stende il bucato. In questa disciplina gareggiano i piloti con protesi alle braccia, sia monolaterali che bilaterali. La nuova sfida in questa edizione è riconoscere gli oggetti anche attraverso il tatto con le protesi.  
Pilota: Kevin Andrew Evison del team Imperial (Imperial College, Londra). © ETH Zürich / Nicola Pitaro
Pilota: Kevin Andrew Evison del team Imperial (Imperial College, Londra). © ETH Zürich / Nicola Pitaro

 

  • Nel percorso a ostacoli con protesi per le gambe, i piloti si sfidano in attività quotidiane come alzarsi da una poltrona o salire e scendere scalini trasportando contemporaneamente oggetti e mantenendo l’equilibrio.  
Pilota: Carlos Felipa Córdova del team PUCP della Pontificia Universidad Católica del Perú. © ETH Zürich / Alessandro Della Bella
Pilota: Carlos Felipa Córdova del team PUCP della Pontificia Universidad Católica del Perú. © ETH Zürich / Alessandro Della Bella

 

  • Nel percorso dedicato agli esoscheletri robotici, i piloti le cui gambe sono completamente paralizzate a causa di una lesione al midollo spinale svolgono con destrezza attività quotidiane come attraversare un terreno accidentato o spostarsi tra i mobili.
    La novità di questa edizione è l’aggiunta di attività manuali per la cui esecuzione i piloti devono essere in grado di mantenere l’equilibrio.
Pilota: Silke Pan del team svizzero Twiice del PFL, che partecipa anche nel 2020. © ETH Zürich / Nicola Pitaro
Pilota: Silke Pan del team svizzero Twiice del PFL, che partecipa anche nel 2020. © ETH Zürich / Nicola Pitaro

 

  • Piloti con gravi difficoltà di deambulazione gareggiano con sedie a rotelle motorizzate. Compiono manovre in spazi strettissimi e salgono e scendono scalini usando un joystick, un dispositivo applicato sulla lingua o un touchpad. 
Pilota: Cho Yu Ng del team HKUSTwheels di Hong Kong. © ETH Zürich / Alessandro Della Bella
Pilota: Cho Yu Ng del team HKUSTwheels di Hong Kong. © ETH Zürich / Alessandro Della Bella

Svizzera al top

La Svizzera è salita più di una volta sul podio nel primo Cybathlon, svoltosi nel 2016: un team del Politecnico federale di Losanna (PFL) ha vinto la gara virtuale dedicata all’invio di comandi con il pensiero, mentre un team della Scuola tecnica superiore di Rapperswil si è aggiudicato la vittoria nel percorso a ostacoli per sedie a rotelle.

1° posto: Numa Poujouly del team svizzero Brain Tweakers (PFL). 2° posto: Toine Welling del team olandese BrainGain. 3° posto: David Mark Rose del team inglese Brain Stormers. © ETH Zürich / Alessandro Della Bella
1° posto: Numa Poujouly del team svizzero Brain Tweakers (PFL). 2° posto: Toine Welling del team olandese BrainGain. 3° posto: David Mark Rose del team inglese Brain Stormers. © ETH Zürich / Alessandro Della Bella

 

Anche quest’anno, oltre dieci team provenienti dalla Svizzera gareggeranno in tutte e sei le discipline. Tra questi anche il team vincitore della gara di sedie a rotelle nel 2016. Il suo pilota Florian Hauser, che era nel team anche nella prima edizione, parteciperà al Cybathlon 2020 con una sedia a rotelle personalizzata dotata di un montascale a cingoli e di un braccio robotico.

Ben tre team svizzeri, di cui uno composto da un gruppo di ricercatori del PFZ, si sfideranno invece nel percorso dedicato alle protesi per le gambe. 

Anche nel team svizzero di BCI è presente la ricerca dei politecnici federali: il team è infatti il frutto di una collaborazione tra la Nanyang Technological University di Singapore e il PFZ. Il pilota Samuel Kunz si è allenato assiduamente per riuscire a guidare in modo virtuale un’auto con il pensiero nell’apposito videogioco. Per esempio, se la macchina deve andare a sinistra, il pilota pensa di muovere la mano sinistra. «L’allenamento è stato faticoso», racconta Kunz, tetraplegico. 

«Quando muovo il mio corpo nei miei pensieri, è un po’ come essere intrappolato in una massa densa come il miele», aggiunge.

Nel gioco 'BrainDriver', i piloti guidano una macchina virtuale con i pensieri utilizzando un'interfaccia cervello-computer. © ETH Zurich / Maximilian Wührer
Nel gioco 'BrainDriver', i piloti guidano una macchina virtuale con i pensieri utilizzando un'interfaccia cervello-computer. © ETH Zurich / Maximilian Wührer

 

In una corsa ciclistica con elettrostimolazione muscolare, un team della Scuola universitaria professionale bernese gareggerà contro nove sfidanti internazionali. Il team, che ha già vinto la medaglia di bronzo nel Cybathlon 2016, vanta un’esperienza decennale in questo campo. Il caposquadra Kenneth J. Hunt spiega:

 «Puntiamo a realizzare una bicicletta che sia al contempo facile da usare e poco costosa».

Dal 2016 a oggi il team ha apportato miglioramenti significativi al suo «FES-Trike» (bicicletta a tre ruote con stimolazione elettrica funzionale), per esempio il cambio automatico. «Inoltre, la nostra è una bici reclinata con il baricentro molto basso, il che la rende estremamente stabile», conclude Hunt.

Tutti vincitori

Il vincitore si prende tutto? Non nel Cybathlon. Per gli organizzatori, tutti i partecipanti sono vincitori. Testando l’idoneità all’uso quotidiano e la facilità di impiego di protesi e ausili innovativi, con questa competizione si mira infatti a far sì che tutte le persone interessate possano beneficiare dei successi ottenuti e delle scoperte effettuate in tale settore.
Inoltre, il Cybathlon riunisce in un’unica manifestazione persone con disabilità, sviluppatori di tecnologie e pubblico: un passo importante verso una maggiore inclusione delle persone con disabilità nella vita quotidiana.

Pilota: Florian Hauser del team svizzero HSR enhanced (Ostschweizer Fachhochschule e PFZ), vincitore della corsa in sedia a rotelle nel 2016 e presente di nuovo con la stessa composizione nel 2020. © ETH Zürich / Alessandro Della Bella
Pilota: Florian Hauser del team svizzero HSR enhanced (Ostschweizer Fachhochschule e PFZ), vincitore della corsa in sedia a rotelle nel 2016 e presente di nuovo con la stessa composizione nel 2020. © ETH Zürich / Alessandro Della Bella


 

Informazioni supplementari dall'Ufficio federale per le pari opportunità delle persone con disabilità UFPD:

Oltre a sviluppare nuovi ausili tecnici, per garantire la parità di trattamento di tutte le persone con disabilità è tuttavia necessario soprattutto abbattere le barriere, siano esse architettoniche, sociali o psicologiche. In Svizzera la base giuridica a tal fine è costituita dalla legge sui disabili (LDis), entrata in vigore nel 2004. In virtù di questa legge, nel nostro Paese sono stati fatti grandi progressi per quanto riguarda l’accessibilità degli edifici e dei trasporti pubblici. Solo per fare un esempio, attualmente sono 819 (il 45% del totale) le stazioni ferroviarie a cui le persone con disabilità possono accedere in modo autonomo e spontaneo.

Sono stati compiuti progressi anche in settori quali l’istruzione, il tempo libero, lo sport e la cultura. Grazie alle strutture federali della Svizzera, questi passi in avanti sono sempre il risultato di un’intensa collaborazione tra Confederazione, Cantoni e Comuni, ma anche tra società civile, economia e scienza. 

Con la ratifica della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità nel 2014, la Svizzera può ora inoltrare rapporti periodici sui progressi compiuti al Comitato delle Nazioni Unite per i diritti delle persone con disabilità, ma deve anche confrontarsi con eventuali critiche in merito ad ambiti in cui la parità di trattamento delle persone con disabilità è ancora lungi dall’essere raggiunta. Per questo, dopo la ratifica della Convenzione, il tema ha acquisito una visibilità e un peso ancora maggiori, soprattutto a livello federale e cantonale. Con il rapporto sulla politica in favore delle persone disabili, il Consiglio federale ha definito per la prima volta, per il periodo 2018-2021, tre temi prioritari che dovranno essere trattati in collaborazione con tutti i dipartimenti e con i Cantoni. Si tratta dei temi «vita autodeterminata», «pari opportunità e lavoro» e «comunicazione digitale senza barriere», nel cui ambito vengono costantemente compiuti progressi concreti con il coordinamento dell’Ufficio federale per le pari opportunità delle persone con disabilità (UFPD).