Nicolas de Flüe

San Nicolao della Flüe, un mito svizzero realmente esistito

In un ideale pantheon svizzero, potrebbe occupare il primo posto. «Bruder Klaus», alias Nicolao della Flüe, è stato ed è tuttora una figura mistica svizzera. Ritratto di un pacificatore rispettato ben oltre i confini del Paese.

È sicuramente meno famoso di Guglielmo Tell e di Heidi, ma rispetto alle due «star» di un ideale piccolo pantheon svizzero, San Nicolao della Flüe ha un grande vantaggio: è realmente esistito. O meglio, la sua vita è ben documentata, nonostante i sei secoli che ci separano dai tempi travagliati in cui visse, segnati dalla guerra dei cent’anni e dalle guerre borgognone, e malgrado l’isolamento del suo luogo d’origine, il Cantone rurale di Obvaldo, che si snoda attorno al lago di Sarnen ed è separato dall’Altopiano svizzero dal monte Pilatus.

Nicolas de Flüe

Patrono mondiale della pace

Roland Gröbli, autore di un’opera di riferimento su Nicolao della Flüe («Die Sehnsucht nach dem ‘einig Wesen’. Leben und Lehre des Bruder Klaus von Flüe», Rex Luzern, 2006, non tradotto), conferma questa abbondanza di fonti storiche: «Abbiamo lettere, resoconti di viaggiatori e di contemporanei, e anche libri. Il primo libro che menziona Nicolao fu stampato ad Augusta appena un anno dopo la sua morte. Queste fonti ci permettono di avere un quadro chiaro di chi fosse l’uomo, sempre tenendo conto del fatto che oltre cinque secoli fa le persone pensavano e vedevano il mondo in modo molto diverso da noi».

Chi era dunque questa grande figura della Svizzera centrale? E cosa ha fatto per attirare ancora oggi migliaia di pellegrini nel suo eremo e per guadagnarsi il titolo di santo patrono della Svizzera e della pace nel mondo? Per scoprirlo, dobbiamo tornare al XV secolo, a quel famoso «Quattrocento» che ha segnato la fine del Medioevo e che, con l’invenzione della stampa, la Riforma, la Reconquista e la scoperta dell’America, ha fatto dell’Europa il centro del mondo per più di quattro secoli.

Statue de Nicolas de Flüe
Statua di Nicolao della Flüe a Boncourt, nel Cantone del Giura

A 50 anni la crisi mistica

Nicolao nacque nel 1417 nel piccolo villaggio di Flüeli, vicino alla città di Sachseln, in un’agiata famiglia di agricoltori. Cittadino modello, ricoprì anche la funzione di giudice. Fu inoltre un cittadino-soldato nella neonata Confederazione degli otto Cantoni, che con la sua indipendenza, il suo sistema democratico e la sua invincibilità militare era una vera e propria spina nel fianco per le grandi potenze monarchiche e imperiali che la circondavano.

Da giovane, Nicolao era diverso dai suoi coetanei, come confermano le testimonianze dell’epoca: «Digiunava due giorni alla settimana, vivendo con un pezzo di pane secco al giorno e qualche pera secca», dice Philippe Baud, ex cappellano del Politecnico federale di Losanna (PFL), che ha scritto due libri su San Nicolao della Flüe. All’età di 50 anni, decise di consacrarsi totalmente alla vita spirituale e chiese a sua moglie Dorothea e ai suoi figli adulti il permesso di lasciare la casa e di diventare eremita. Dorothea e i figli approvarono la sua decisione. La leggenda narra che, mentre si stava dirigendo verso la valle del Reno, dove intendeva ritirarsi dal mondo, un contadino gli disse di tornare indietro, sostenendo che avrebbe potuto seguire la sua vocazione anche restando nel suo luogo d’origine. Il futuro santo decise così di vivere in una cella a poche centinaia di metri dalla casa di famiglia che aveva costruito con le sue mani vent’anni prima. Ma come penitenza per la relativa comodità di trovarsi così vicino alla sua casa, Nicolao decise di praticare il digiuno totale: niente acqua e niente cibo. Questa impresa ascetica impressionò fortemente i suoi contemporanei e probabilmente è a essa che si deve una buona parte della notorietà di Nicolao della Flüe. 

Nicolas de Flüe maison
Nicolao della Flüe stesso costruì la casa dove si trasferì con sua moglie dopo il matrimonio e dove nacquero i loro figli. La casa è ancora molto ben conservata, così come quella in cui è nato.

Forse senza di lui la Svizzera non sarebbe mai esistita

Se i posteri hanno conservato e custodito la memoria dell’eremita analfabeta (all’epoca praticamente solo i chierici sapevano leggere e scrivere), non è tanto per il suo ascetismo, ma soprattutto per i suoi saggi consigli, il più famoso dei quali potrebbe aver salvato la stessa della Svizzera. Nel 1481 regnava la discordia tra gli otto Cantoni a causa delle disparità nella distribuzione della ricchezza a seguito della vittoria sui Borgognoni. Da un lato c’erano i Cantoni cittadini e dall’altro i quattro Cantoni di campagna. Questi ultimi non volevano che la Confederazione si estendesse anche a Friburgo e a Soletta. Consultato, l’eremita diede un consiglio che portò a una fine quasi miracolosa della crisi. Anche l’imperatore d’Austria, il duca di Milano e altri potenti delle regioni alpine inviarono messaggeri in terra obvaldese. In un mondo in profondo cambiamento, Nicolao della Flüe apparve senza dubbio come un’ultima risorsa, a metà strada tra la terra e il cielo, tra il Medioevo e la modernità. La Svizzera aveva trovato il suo Buddha, il suo Dalai Lama, il suo Gandhi.

«Ha seguito in tutto e per tutto la sua vocazione»

In fondo Nicolao era espressione dello spirito svizzero? «Sì assolutamente», dice Roland Gröbli senza esitazione. E aggiunge: «Ogni essere umano è influenzato dall’ambiente e lo influenza a sua volta. Nicolao della Flüe non faceva eccezione. Ci si può dunque chiedere: la mediazione riuscita alla Dieta di Stans è stata il risultato di un compromesso politico tipicamente svizzero oppure Nicolao ha svolto un ruolo decisivo?». Per Philippe Baud, la cosa certa è che Nicolao non si aspettava e non aveva cercato il successo che ha avuto: «Quando Nicolao scelse una vita di isolamento, non immaginava minimamente che il suo eremo avrebbe attirato folle di pellegrini sia durante la sua vita terrena sia dopo la sua morte. La gente della valle ha cercato di proteggerlo da questi intrusi. Per me, quest’uomo è importante non per quello che ha detto ma per quello che è stato: ha seguito in tutto e per tutto la sua vera vocazione e la sua umanità», conclude.

Museum Bruder Klaus Sachseln
Il Museo Bruder Klaus Sachseln è dedicato a Nicolao della Flüe e si trova in una delle più belle dimore borghesi del Cantone. www.museumbruderklaus.ch


Articolo originale pubblicato su L’Illustré, Albertine Bourget, gennaio 2017